lunedì 16 maggio 2022

                                                                  UN PO' DI STORIA ...


Tre anni fa (anno scolastico 2019/2020) nasceva il Progetto Dante dell'Istituto Tecnico Economico "G. Ginanni" di Ravenna.

Le classi terze dovevano prendere in esame luoghi e monumenti cittadini legati alla figura dell'Alighieri.

In particolare la classe 3B SIA si era occupata di realizzare una campagna fotografica originale con relativi testi inediti di presentazione dei monumenti della cosiddetta Zona del Silenzio, dove è anche situata la Tomba del poeta.

Finalmente, dopo anni di Covid e alterne fasi di didattica a distanza, il materiale prodotto da quegli studenti non è andato perduto e vede ora la sua pubblicazione su questo breve blog, dedicato alla vecchia 3B, divenuta nel frattempo prima 4B SIA e poi 5B SIA, ormai alle porte della maturità dell'anno scolastico 2021/2022.

Certo, qualcosa è cambiato nel tempo in termini di presenze in classe, comunque, care ragazze e ragazzi, queste pagine frutto del vostro comune lavoro sono per voi: e un grande in bocca al lupo per tutto!

Prof. Luca Maggio

PS. Ed eccovi in versione più invernale nella prima immagine e, a seguire, quasi estiva nella seconda.

2021/2022


2020/2021

I RAGAZZI CHE FECERO L'IMPRESA: 

Giulia Alboni, Edoardo Alfonsi, Lorenzo Amadori, Alessandro Antonini, Alice Ballardini, Luca Balzani, Francesco Barbato, Simone Burchi, Elia Cialdini, Diego Del Prete, Giorgia Ferri, Giacomo Foschini, Fabio Galeazzi, Leon Giunchi, Enrico Lanza Cariccio, Matteo Limina, Filippo Mascanzoni, Mattia Mascanzoni, Eduardo Melandri, Marco Mengarelli, Giorgio Mingarelli, Lorenzo Montanari, Marco Montevecchi, Giulio Morinello, Filippo Poli, Matteo Prati, Francecso Ravaglia, Simone Zama, Marco Zoli.

  IL PROGETTO IN VIDEO




Video Studenti ITE Ginanni - Progetto Dante


Viva Dante - La scuola per Dante


ITE Ginanni Ravenna - Progetto Dante


PS. Si ringraziano i docenti Silvio Bubani (Informatica), Leri Felletti (Letteratura italiana) e Erica Severi (Letteratura italiana) per i materiali e il contributo dati alla produzione del video di questa pagina, oltre ai ragazzi di diverse classi citati nei titoli di coda che hanno collaborato alla sua realizzazione, fra cui Elia Cialdini, "regista" e montatore.  

                                        INTRODUZIONE ALLA ZONA DEL SILENZIO

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All’incrocio delle vie Dante Alighieri e Guido Da Polenta, si trova la Zona Dantesca o Zona del Silenzio, in cui sono presenti tre monumenti in memoria di Dante Alighieri, uno dei maggiori esponenti della poesia italiana e mondiale, nonché padre della nostra lingua: i Chiostri Francescani, la Tomba di Dante e il Quadrarco di Braccioforte compongono quest’area storica di Ravenna, ristrutturata fra il 1933 e il 1936 dall’architetto Giorgio Rosi che, con il suo intervento, cercò di valorizzare la bellezza di quest’angolo di città, ridonandogli decoro e quiete.


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DIDASCALIE INTRODUZIONE ZONA DEL SILENZIO

1.Zona del Silenzio, Ravenna, prospetto da via Dante Alighieri

2.Zona del Silenzio, Ravenna, prospetto da via Guido da Polenta

3.Zona del Silenzio, Ravenna, prospetto da via Guido da Polenta

4.Zona del Silenzio, Ravenna, prospetto da via Dante Alighieri

5.Zona del Silenzio, Ravenna, segnaletica toponomastica

 


                                                      I CHIOSTRI FRANCESCANI


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I Chiostri, facenti parte dell’ex Convento francescano risalente alla seconda metà del 1200 (i frati minori giunsero a Ravenna nel 1261), trasmettono estrema tranquillità ai visitatori che vengono immediatamente accolti dal silenzio, entrando in sinergia con l’importanza del luogo.

Qui i francescani abitarono sino al 1810, quando furono cacciati da Napoleone Bonaparte, attraverso una politica di confische ecclesiastiche.

Due sono i Chiostri che, nel tempo, hanno subito numerosi rifacimenti (nel XV e nel XVII secolo) e restauri (nel 1954 e l’ultimo degli anni 2000):

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- il Chiostro del Doppio Portico, così nominato poiché all’ingresso vi sono due portici che rendono i lati disuguali. Al centro di esso è situato un antico pozzo con lo stemma nobiliare della famiglia Pignata;


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- il Chiostro della Cisterna, chiamato così per via del pozzale barocco posto in mezzo al prato e costruito con parti di riutilizzo diverse per stili ed epoche (dai capitelli bizantini alle volute barocche). Nelle vicinanze sono state collocate nel 2010, dopo l’ultimo restauro, due statue in ferro del 1960 dell’artista ravennate Augusto Bartolotti, raffiguranti Santa Chiara e San Francesco.

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Ventotto sono le colonne che compongono questo Chiostro, sette per lato e ogni parete ha le sue particolarità: il lato sud, con alcuni resti di affreschi del XIV secolo, si appoggia alla navata sinistra della chiesa di San Francesco; sul lato ovest, una lapide segnala uno snodo cruciale del rapporto fra Ravenna e Dante, ovvero il punto in cui i frati francescani trafugarono le ossa del poeta dalla Tomba adiacente per nasconderle ai fiorentini inviati nel 1519 da papa Leone X Medici, che volevano riportarle nella loro città; sul lato est è situata una piccola porta che un tempo conduceva alla biblioteca del Convento. Infine sulle pareti nord, est e ovest sono stati collocati stemmi di numerose città italiane che, in questo modo, hanno voluto omaggiare Dante, padre della nostra lingua.

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Ai piani superiori si trova il Centro Dantesco, formato dal Museo e dalla Biblioteca, dalla collezione di sculture e medaglie, oltreché da sale espositive e per conferenze, che ogni anno qui si tengono soprattutto in occasione del "Settembre dantesco", anniversario della morte del poeta (13-14 settembre 1321). Il primo fu aperto nel 1921 e di recente rinnovato con l’aggiunta della sezione didattica; la Biblioteca Dantesca invece venne fondata da padre Severino Ragazzini nel 1963 e raccoglie più di 18.000 volumi sul sommo poeta.


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Uscendo, nell’angolo davanti ai Chiostri all’incrocio fra le vie Alighieri e Da Polenta, è collocata Casa Scarabigoli, che un tempo si credeva fosse stata l’abitazione di Dante e proprietà dei Da Polenta. In realtà appartenne a un’altra nobile famiglia ravennate, quella dei conti Rasponi.


DIDASCALIE CHIOSTRI FRANCESCANI

1.Chiostri Francescani, ingresso principale al Chiostro del Doppio Portico.

2.Chiostri Francescani, Chiostro del Doppio Portico, visione d’insieme.

3.Chiostri Francescani, Chiostro del Doppio Portico, pozzale centrale con stemma della famiglia Pignata.

4.Chiostri Francescani, Chiostro della Cisterna, visione d'insieme.

5.Chiostri Francescani, Chiostro della Cisterna, pozzale barocco (1639) con le statue in ferro di Santa Chiara e San Francesco di Augusto Bartolotti (1960).

6.Chiostri Francescani, Chiostro della Cisterna, parete est, la lapide sul trafugamento delle ossa di Dante nel 1519.

7.Chiostri Francescani, Chiostro della Cisterna, parete nord, stemmi di città italiane in omaggio a Dante.

8.Casa Scarabigoli.

                                                    LA TOMBA DI DANTE ALIGHIERI

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La Tomba di Dante Alighieri è parte integrante della cosiddetta Zona del Silenzio di Ravenna.

Dopo la morte del poeta, avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321, il suo corpo venne sepolto in un’arca di marmo situata nelle vicinanze della chiesa di San Francesco.

Nel 1483, mentre Ravenna si trovava sotto il dominio veneziano, il cardinale Bernardo Bembo volle costruire in onore di Dante una sepoltura più degna, nella quale poter custodire i suoi resti.

Nel 1519 ci fu il trafugamento delle sue ossa da parte dei frati francescani, per evitare che finissero nelle mani dei fiorentini inviati da papa Leone X Medici. Dopo vari spostamenti nel corso dei secoli, la cassa con le ossa venne ritrovata nel 1865 nel vicino Quadrarco di Braccioforte.

La Tomba che visitiamo venne costruita nel 1780 dall’architetto ravennate Camillo Morigia in stile neoclassico e fu finanziata dal cardinale Luigi Valenti Gonzaga, come ci ricorda il suo stemma soprastante la porta d’ingresso, su cui è posta la scritta latina “DANTIS POETAE SEPULCRUM” (Sepolcro del Poeta Dante).

 

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Allontanandosi di qualche metro dal monumento, si può notare nella parte alta della facciata il timpano triangolare, richiamo all’architettura classica, all’interno del quale è stato posto l’uroboro, simbolo di eternità rappresentato da un serpente che mordendosi la coda forma un cerchio.

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Entrando nel monumento di pianta quadrata, si può notare l’arca marmorea contenente i resti del poeta dal 1865. Sopra di essa vi è una epigrafe commemorativa in latino dettata dal poeta Bernardo Canaccio già nel 1327 e qui poi riscritta, sulla vita e le opere di Dante.

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Sopra il sarcofago è situato un bassorilievo dello scultore veneziano Pietro Lombardo commissionato dal cardinal Bembo nel 1483, raffigurante il poeta davanti ad un leggio. Alzando lo sguardo possiamo notare la croce d’oro donata da papa Paolo VI nel 1965.

Sopra di essa, all’interno di una lunetta, è presente il motto sempre del Bembo: “VIRTUTI ET HONORI” (alla Virtù e all’Onore).

Questa stessa scritta, con altra declinazione (VIRTUS ET HONOR), è stata posta anche all’esterno della Tomba, sul muro del chiostro francescano adiacente, con l’aggiunta di un verso tratto dall’Eneide di Virgilio: “HIS NON CEDO MALIS” (Non mi arrendo a queste sventure).

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Ai piedi dell’arca si trova una ghirlanda di bronzo del 1921, donata dai soldati che vinsero la Grande guerra. Nello stesso anno sono state restaurate le pareti e i pavimenti rivestendoli con marmi preziosi.

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In alto, sospesa al centro dell’edificio, si trova una lampada del XVIII secolo che brucia l’olio portato ogni anno dai fiorentini durante le cerimonie del “Settembre Dantesco”. L’ampolla d’argento di Giovanni Mayer situata vicino alla parete destra serviva per conservare il prezioso liquido. Infine, le pareti laterali sono ornate da due epigrafi, l’una di Bernardo Bembo, l’altra, sulla sinistra, è del 1921 e commemora i lavori svolti nei secoli per questo monumento.  

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DIDASCALIE TOMBA DI DANTE

1.Tomba di Dante, architetto Camillo Morigia, 1780, stile neoclassico, nel contesto della Zona del Silenzio.

2.Tomba di Dante, esterno, particolare del portale con stemma del cardinale Valenti Gonzaga sopra la scritta DANTIS POETAE SEPULCRUM.

3.Tomba di Dante, esterno, particolare del timpano con uroboro e cupola soprastante.

4. Tomba di Dante, interno, visione d’insieme del sarcofago con l’epigrafe di Bernardo Canaccio, il bassorilievo di Pietro Lombardo del 1483, la croce d’oro di papa Paolo VI del 1965, la lampada pendente del XVIII secolo e la ghirlanda bronzea del 1921 posizionata ai piedi dell’arca marmorea.

5. Tomba di Dante, interno, particolare del bassorilievo di Pietro Lombardo del 1483 e della croce d’oro di papa Paolo VI del 1965.

6.Tomba di Dante, interno, particolare con l’ampolla d’argento di Giovanni Mayer in fondo a sinistra e sulla parete l’epigrafe del cardinale Bernardo Bembo.

7.Tomba di Dante, interno, particolare con lampada pendente del XVIII secolo che brucia l’olio dei fiorentini, sullo sfondo la croce di Paolo VI e nella lunetta il motto del cardinale Bernardo Bembo “VIRTUTI ET HONORI”.

8.Tomba di Dante, esterno, particolare dei due motti latini sul muro esterno dell’ex Chiostro francescano della Cisterna, adiacente alla Tomba: “VIRTUS ET HONOR” e “HIS NON CEDO MALIS”.           

 

IL QUADRARCO DI BRACCIOFORTE

 

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Il nome particolare di questo sito che presenta quattro arcate strutturali, deriva dallo storico Agnello (IX secolo): egli narra di due ravennati che, dovendo stipulare un contratto, chiamarono quale garante il “braccio forte” di Cristo qui all’epoca affrescato e ormai da secoli perduto.

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La zona del Quadrarco di Braccioforte è delimitata da una cancellata del 1921 del veneziano Umberto Bellotto. Su di essa sono presenti: lo stemma dei Savoia (una croce) e quello di Ravenna (un pino fra due leoni) e due scritte in latino: la prima, “VIRTUS ET HONOR” (Virtù e Onore), era il motto del cardinale veneziano Bernardo Bembo, che nel 1483 commissionò la costruzione della prima tomba per Dante; la seconda, “HIS NON CEDO MALIS” (Non mi arrendo a queste sventure) viene dell’Eneide di Virgilio.

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Sotto il Quadrarco sono presenti due sarcofagi risalenti al V secolo: il primo è detto di Eliseo Profeta, poi utilizzato come tomba dalla famiglia Pignata. Sul lato frontale è rappresentato Gesù Cristo su un trono che schiaccia un leone e un serpente, simboli del male; accanto al Salvatore trovano spazio gli apostoli Pietro e Paolo, insieme a due palme con i datteri, simboli paradisiaci. Sul fianco destro si trova l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria. Su quello sinistro la visita che Maria Vergine fece a Elisabetta, sua parente. Sul retro sono invece rappresentati due cervi che si dissetano alla fonte con l’acqua di vita eterna.

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Il secondo sarcofago fu usato nel 1225 per la sepoltura di Pietro Traversari, appartenente alla più prestigiosa famiglia di Ravenna prima dei Da Polenta. La sua copertura è “a tetto” con due acroteri alle estremità, su cui sono raffigurati due pavoni, simbolo dell’immortalità di Cristo. Sulla parete frontale troviamo una tabula ansata priva di scritte con accanto due croci; sul lato sinistro si trova una croce dalla quale pendono le lettere greche Alpha e Omega che simboleggiano l’inizio e la fine del mondo e del tempo. Infine sul lato destro appare un tondo o clipeo con Alpha e Omega, insieme ad altre due lettere greche che formano le iniziali ovvero il monogramma di Cristo. Nulla è invece presente sul retro di questo sarcofago. 

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CURIOSITA’ STORICHE sul QUADRARCO di BRACCIOFORTE e le OSSA di DANTE 

1519 I francescani nascondono nel vicino Convento le ossa di Dante ai fiorentini inviati da papa Leone X Medici, che volevano riportarle nella loro città. Nei secoli la cassa con i resti del poeta subisce nuovi spostamenti.

1810 Napoleone Bonaparte caccia dal Convento i francescani, che occultano nuovamente le ossa del poeta e spargono in città voci riguardanti un tesoro seppellito nell’area di Braccioforte.

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1865 Un muratore, durante i lavori di ristrutturazione della zona, ritrova fortuitamente la cassa (il tesoro di cui avevano parlato i francescani) con le ossa di Dante, che vengono subito ricollocate nella vicina Tomba.

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23 marzo 1944 – 19 dicembre 1945 Per proteggere le spoglie del poeta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, queste vengono celate stavolta sotto un cumulo di terra accanto alla struttura del Quadrarco. Oggi il tumulo è ricoperto di edera e una lapide ricorda quest’ultimo spostamento, dopo il quale i resti sono stati definitivamente ricollocati nel sepolcro adiacente.

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DIDASCALIE QUADRARCO DI BRACCIOFORTE

1.Quadrarco di Braccioforte, esterno, visione d'insieme.

2.Quadrarco di Braccioforte, particolare della cancellata di Umberto Bellotto del 1921 con stemma dei Savoia, della città di Ravenna e dei motti latini “VIRTUS ET HONOR”  e “HIS NON CEDO MALIS”.

3.Quadrarco di Braccioforte, sarcofago del V secolo detto di Eliseo Profeta.

4.Quadrarco di Braccioforte, sarcofago del V secolo detto di Pietro Traversari (1225).

5. Quadrarco di Braccioforte, sarcofago detto di Pietro Traversari, particolare del lato destro con monogramma di Cristo e le lettere greche alpha e omega.

6.Quadrarco di Braccioforte, lapide del ritrovamento nel 1865 delle ossa di Dante.

7. Quadrarco di Braccioforte, tumulo per le ossa di Dante durante la Seconda guerra mondiale (1944-1945).

8.Quadrarco di Braccioforte, particolare con lapide per il tumulo delle ossa di Dante, 23 marzo 1944 – 19 dicembre 1945.

 


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